Consiglio di Stato, sentenza n.1974 del 11/04/2013

La falsità delle dichiarazioni è idonea a giustificare l'esclusione dalle gare d'appalto anche in costanza del principio di tassatività delle cause di esclusione, codificato dall'art. 46, comma 1-bis, del codice appalti, poiché costituisce sicuramente elemento essenziale dell'offerta la veridicità delle dichiarazioni che ne fanno parte, incidendo in modo decisivo sull'elemento fiduciario che non tollera vulnus nell'ambito dei contratti pubblici.

Consiglio di Stato, sentenza n.1974 del 11/04/2013

Il mancato possesso dei requisiti di partecipazione, sia di ordine generale ex art. 38 del D.Lgs. n.163/2006, che speciale, richiesti nel singolo caso dalla stazione appaltante, legittimano l'applicazione della sanzione dell'incameramento della cauzione provvisoria previsto dall'art. 48 del Codice, discendendo direttamente dall'art. 75 comma 6 del medesimo, in quanto tale fatto impedisce la formazione del vincolo fiduciario e quindi non consente, evidentemente per causa imputabile all'aggiudicatario, la stipula del contratto.

Consiglio di Stato, sentenza n. 1855 del 02/04/2013

Illegittima l’informativa prefettizia – e per l’effetto la conseguente interdizione dalla stipula di contratti pubblici e la cessazione dei relativi pagamenti – fondata su un quadro indiziario non tale da dimostrare l’esistenza di un pericolo concreto ed attuale di infiltrazioni mafiose, quali sono incontri occasionali fra gli amministratori della società e soggetto affiliati a cosche mafiose della zona risultanti da controlli di polizia privi di indicazioni sulle circostanze di tempo e di luogo in cui sarebbero avvenuti, da soli insufficienti a propagare il tentativo di infiltrazioni mafiose.

 

Consiglio di Stato, sentenza n.1894 del 05/04/2013

Ai sensi dell'art. 49, comma 2, lett. c), D.Lgs. n.163/2006 s.m.i., il concorrente che si avvale di impresa ausiliaria deve attestare il possesso da parte di quest'ultima dei requisiti generali di cui all'art. 38 del predetto decreto; tale norma, al comma 1, lett. c), fa obbligo "agli amministratori muniti di potere di rappresentanza" di rendere dichiarazione circa l'assenza di pregiudizi penali. Ne consegue che tutti i soggetti che rivestono cariche societarie, alle quali per legge sono istituzionalmente connessi poteri rappresentativi e di amministrazione, sono tenuti a rendere la dichiarazione, senza che rilevi l'eventuale ripartizione interna di compiti e deleghe, e tra questi, sono ricompresi i soci del Consiglio di amministrazione delle società a responsabilità limitata e delle società per azioni. La dichiarazione va resa personalmente dai soggetti indicati dalla norma, senza che possa ritenersi sufficiente la dichiarazione del Presidente e legale rappresentante che attesta genericamente l'assenza di cause di esclusione a carico dell'impresa stessa, salvo che vengano analiticamente indicati dal dichiarante i nominativi dei soggetti diversi dal dichiarante medesimo, per cui si attesta l'insussistenza delle cause ostative.



Consiglio di Stato, sentenza n.569 del 30/01/2013

Il principio di frazionabilità dei requisiti di capacità tecnica ed economica necessari per poter partecipare a gare ad evidenza pubblica regolate dal D.Lgs. n.163/2006 e disposizioni connesse, opera anche con riferimento al sistema di qualità aziendale (serie UNI EN ISO 9000).