Consiglio di Stato, sentenza n.4206 del 23/07/2012
Un'offerta non può ritenersi senz'altro anomala e comportante l'automatica esclusione dalla gara per il solo fatto che il costo del lavoro sia stato calcolato secondo valori inferiori a quelli risultanti dalle tabelle ministeriali , che costituiscono non parametri inderogabili ma indici del giudizio di congruità; invero, affinché possa propendersi per l'anomalia dell'offerta, occorre che la discordanza sia considerevole e palesemente ingiustificata.
Consiglio di Stato, sentenza n.4189 del 18/07/2012
La presenza di elementi fattuali gravi previsi e concordanti tali da far ritenere alla stazione appaltante che alcune imprese concorrenti appartengano ad un unico centro di interessi, legittima la sanzione espulsiva dalla procedura di tutte le imprese coinvolte, per violazione dei principi di par condicio, segretezza delle offerte e libera concorrenza (nella specie il Collegio ha ritenuto inequivocabili indici rivelatori del collegamento sostanziale: l’offerta di una percentuale di ribasso sull’importo a base d’asta pressoché identica; la sede di tutte le concorrenti coinvolte nello stesso ambito territoriale; la consegna dei plichi ad opera dello stesso corriere e nello stesso momento; l’inserimento su tutti i plichi di analoghe diciture relative all’appalto non previste e tantomeno raccomandate dall’amministrazione appaltante).
Consiglio di Stato, sentenza n.4082 del 10/07/2012
Il concreto possesso del requisito oggetto di mancata dichiarazione basta ad impedire l’esclusione dalla gara.
Consiglio di Stato, sentenza n.4082 del 10/07/2012
Non si può escludere l’impresa la quale abbia reso dichiarazione conforme al fac-simile approntato dalla medesima stazione appaltante, potendo eventuali parziali difformità rispetto al disciplinare di gara costituire oggetto di richiesta di integrazione ove l'errore, a prescindere dalla sua riconoscibilità, sia stato in qualche modo ingenerato dalla stessa stazione appaltante.
Consiglio di Stato, sentenza n.4067 del 10/07/2012
Il giudice può disporre d’ufficio nell’esercizio del suo potere discrezionale il risarcimento del danno per equivalente subito dall’impresa illegittimamente lesa nel proprio interesse pretensivo a seguito dell’annullamento dell’aggiudicazione, pur se era stata formulata solo domanda di reintegrazione in forma specifica.